se parso di buon umore, di ficcargli in mano il libro lnsteme alla corrispondenza e di procacciarsl un au ・ tografo con cui millantarsi davanti alle ipotetiche ma bellissime donne Che un giorno avrebbe conOSCiUtO a san Antonio, 0 a Santiago, dove Si sarebbe recatO gra- zie al suo secondo stipendio. Piü VOlte ん sul puntO di compiere il gestO, ma 10 inibiVanO Sia la prigrizia cui il poeta riceveva la corrispondenza e la con cui gli elargiva la mancia (sempre piü Che regola ・ (e), Sia la sua espressione di uomo riVOltO te verso l'interno. ln realtä, per un paiO di mesi MariO provö l'inevitabile sensazlone, ogni VOlta Che suonava il campanello, di assassinare l'ispirazione del poeta propriO quandO era sul puntO di ln ver- SO geniale. Neruda prendeva il pacco della corrispon- denza, gli allungava un pai0 di scudi e si congedava con un sorriSO IentO come 10 sguardo. A partire da quel momento, e 6n0 alla fine della giornata, il posti- no Si portava in giro le ・どなアビ〃々・ con la speranza di trovare un giorno quel tantO di coraggio. TantO si trascino appresso il libro, tantO se 10 manegg10, tantO se 10 tenne in grembO SOttO il lampione della piazza, per darsi arie da intellettuale davanti alle ragazze che 10 ignoravano, che fini per le er10. Con questo pre- cedente nel curriculum SI considerö meritevole una briCiOla d'attenzione da parte del vate, e una mat- tina di sole invernale gli filtrö illibro insieme alle let- tere, con una frase Che aveva provatO di fronte a 】 0 し teplici vetrine: <<Me 10 renda un1CO, maestro». Compiacerlo ん un gestO di routine per il poeta, che, adempiuto quel breve dovere, si congedö con la tagliente cortesia Che 10 caratterizzava. MariO prese ad analizzare l'autografo e giunse alla conclusione 12
re stelle. (<<Effimeri spermatozoi», cofresse la vedova). Giacché la pura veritä che la festa durö finché non fini. Si ballö tre volte 石方肝 4 な嬲 4 , e tutti can ・ tarono in coro 4 4 4 彡 ue た come / ル 4 , tranne il telegrafista che, dOPO il notiziario, era rimastO mestO e pensoso 6n0 al momento in cui la matura turista gli disse mordendogli illobo dell'orecchio sinistro: «Sicuro che dopo la み viene [ 4 Ve な》 . レなん ascoltata e goduta nove volte, finché al manipolo dei villeggianti risultö talmente familiare che, malgrado fosse un motivo ruffiano da ballare 田たねた , 10 intonarono a gola spiegata tra un ba- ci0 e l'altro a lingua profonda. Fece seguitO un pot-pourri di motivi vecchiotti contratti nell'infanzia da Domingo G ・ uzman, tra 2 0 な月 c の 4 4 4 Me あ 0 月な月ー な 4 E 耘んィんィんあ“ 4 ″加の物 加な印 4 Gag 厖川 4 〃 e 月 4 ne Ⅱ a versione della vedova Gonzålez Che restitui sitä di Yaco Monti, suo primo interprete. Se la notte fu lunga, nessuno poté dire che man- casse il vino. ogni VOlta Che MariO vedeva un tavolo con le bottiglie a mezz'asta, ゆ 0 . 0 portava una brocca, «per 1 viaggl in cantina». Ci fu un momento in cui metå della popolazione vagava tra le dune, gli uni mescolati con gli altri e, secondo un bilancio della vedova, le coppie non erano al centO per centO le stesse Che la chiesa 0 10 StatO CiVile aveva santificato e certificato. S010 quando MariO Jiménez ebbe la certezza Che nessuno degli invitati era piü in gradO di ricordare nome, indirizzo, numero di certifi- catO elettorale e ultimo domicilio del coniuge, decise che la festa era rluscita e che la promiscuitä poteva continuare senza il suo sforzo e la sua presenza. Con 96
spalle del giovane, insidioso come Jago quando t0 u ・ rava le orecchie di Otello: <<Un paiO d'ore, e la rimetteranno in libertä incon- dizionata. Dichiarerä di aver agitO per legittima dife- sa. Dirä a propria giustificazione che hai insidiato la verginitå della sua pulzella combattendo all'arma bianca: una metafora sibilante come un pugnale, incl- SIVa come un canino, lacerante come un lmene. la sua saliva sediziosa la poesia avrä lasciato la sua im- pronta sui capezzoli della ragazza. Per molto meno di questo Franqois Villon ん impiccato a un albero, e il sangue gli sgorgava dal CO Ⅱ 0 come rose». MariO Si senti gli OCChi umidi, e anche la voce gli usci bagnata: <<Non mi importa che quella donna mi scarnifichi con un coltello tutte le ossa una per una». <<Peccato non avere a portata di m. ano un triO di chitarristi Che ti facciano tu-ru-ru-ru». <<Quello che mi fa male non poterla vedere», pro- segui assortO il postino. <<Le sue labbra di ciliegia e i suoi 、 OCChi umidi e abbrunati, come se li avesse fatti la notte. Non poter aspirare il tepore che emana!». <<A giudicare da quel che dice la vecchia, piü che tiepida き fiammeggrante». <<Perché sua madre mi vuole tenere lontano? Se la vogIiO sposare!>>. «Second0 donna Rosa, a parte la sporcizia delle tue unghie, non hai altri risparmi». <<Ma sono giovane e sano. HO due polmoni con P1u fiatO di una fisarmonlca». 巛、 li usi S010 per sospirare dietro a BeatriZ Gon- Z 引 Z. ti esce un suono asmatico, come la sirena di una nave fantasma». «Ah! Con questi polmoni potrei gonfiare le vele di un brigantino 6n0 in Australia». ) 8
razione profonda, e faceva segno al con l'im ・ permeabile che salissero sull'altra auto. ll giovane con l'impermeabile non tOCCö MariO, si limitö a fargli cenno in direzione della Fiat nera. L'autO del deputa- tO Labbé parti lentamente, e MariO si diresse con il suo accompagnatore verso l'altro veiCOlO. AI VOlante C era un u0n10 dagli occhiali scuri Che ascoltava il no- tiZiariO. Entrando in macchina, r1LlSCI a sentire il gior- nälista annunclare Che le truppe avevano occupato la casa editrice Quimantü dove erano state sequestrate varle riViSte sovversive, tra cui <<Nosotros 10S chile- nos», 巛 Paloma 》 e <<La Quinta Rueda». 119
巛Ⅱ postino». <<Postino?». <<Non hai VistO la borsa?». <<Si che hO visto la borsa. E hO visto anche a cosa gli serve, la borsa. A metterci una bottiglia di ⅵ no 》 . «Perché aveva gia terminatO la consegna». «A chi le porta, le lettere?». «A don Pablo 》 . <<Neruda?». <<Si, e sono 】 1C1 》 . «Te lo ha detto lui み . <<Li hO ViSti insleme. L'altro venuti a chiacchierare qui nell'osteria». <<E di cosa parlavano?». <<Di politica». <<Ah, anche comunista!>>. <<Mamma, Neruda diventerä presidente del CiIe». «Figlia, se confondi la poesia con la politica presto saral una ragazza madre; cosa ti ha dettO?». Beatriz aveva la parola sulla punta della lingua, ma la guarni per alcuni secondi di calda saliva. «Metafore». La madre si aggrappö alla boccia d'ottone del letto rustiCO, stringendola 6n0 a convincersi Che avrebbe potuto liquefarla. «Che COS'hai, mamma? Che cosa ti sei messa a pen- sare?>>. La donna Si accostö alla ragazza, Si lasciö cadere sul lettO, e con voce evanescente disse: <<Non ti hO mai sentitO pronuncrare parola CO- si lunga. Che "metafore" ti ha detto?». <<Mi ha dettO... Mi ha dettO che il mio sorriso si espande come una farfalla sul miO V01t0 》 . «E poi み . 41
POteva comprare qualcosa Che servisse alla vedova per rallegrare la pentola. <<Ci sono SOldi, la libertä, ma non niente da comprare», filosofava la vedova al te SOCiaIi dei turisti di fronte al televisore. ・ Una sera ln cui MariO Jiménez ripassava la lezione seconda del libro BO 可 0 Pa stimolato dalla melo- dia di Rina Ketty e da Beatriz, la quale gli rivelö che i gargarismi Che faceva quando pronunclava la erre erano la porta aperta su un francese degno degli Champs Elysées, il rintocco profondo di una campa- na troppo familiare 10 distrasse per sempre dalle irre- golaritå del verbO を . Beatriz 10 vide alzarsi in tran- ce, cammlnare verso la finestra, aprirla e ascoltare in tutta la sua ampiezza il secondo C01P0 di campana, le cui onde indussero altri ViC1n1 a uscire di casa. A mo' di sonnambulo si appese alla spalla la borsa di cuoio, ed era sul puntO di uscire di casa quando Beatriz 10 fermö con un braccio attorno al CO Ⅱ 0 e una frase alla Gonzålez: <<Questo paese non sopporta due scandali in meno di un anno». Ⅱ postino fu ricondotto davanti allO specchio e, ac- corgendosi Che il suo un1CO indumento era la borsa d'ordinanza che nell'attuale posizione gli copriva ap- pena una natica, disse alla propria immagine: <<Tu es fou, petit!». Rimase per tutta la notte a contemplare il tragltto della luna, finché essa svani nell'alba. Erano tanti gli argomenti lasciati ln sospeso con il poeta Che quel ri- torno accorto 10 confondeva. Era OVViO Che per pri- ma cosa gli avrebbe chiesto ー noblesse oblige ー del- la sua ambasciata a ParigI, dei motivi del ritorno, del- le attrici in voga, degli abiti di moda (forse ne aveva 101
Ⅱ telegrafista non soltanto dichiarö che la settima ・ na entrante sarebbe stata festiva per il suo sudditO MariO Jiménez, ma IO liberö anche dal dovere di assi- stere alle riunioni politiche in Si organizzava la ba- se, mobilitata per le iniziative del governo di Unitä popolare. <<Non Si puo tenere nelIO stesso 1 れ】 entO l'uccello in gabbia e la testa nella patria», proclamö con inusitata ricchezza di metafore. Le vivacl scene nel rustico lettO di Beatriz durante i mesi Che seguirono diedero a MariO l'impressione che tuttO ciö di cui aveva goduto 6n0 ad allora fosse una pallida sinossi del film che ora si proiettava uffi- cialmente su grande schermo in Cinerama e Techni ・ color. La pelle della ragazza era inesauribile, e ogni trattO, ogni poro, ogni piega, ogni vellO, ogni anditO del suo pube sembravano comunicargli sapori sem- pre nu0V1. AI quartO mese di tali deliziose pratiche, una mat- tina Rosa vedova Gonzålez irruppe nella stanza ma- trimoniale, dOPO aver atteso con discrezlone l'ultimo orgasmico gorgoglio di sua figlia e, scuotendo le len- zuola, scaraventö a terra senza preamboli gli erotici corpi Che le coprivano. Pronunciö SOIO una frase, Che MariO udi con terrore mentre s'ingegnava a nascon- dere ciö che gli pendeva fra le gambe. <<Quando hO acconsentito a farle sposare mia 6- glia, pensavo Che entrasse in famiglia un genero e un mantenuto». Ⅱ giovane Jiménez la vide abbandonare la stanza con un memorabile sbattere di porte. Cercando 10 sguardO solidale di Beatriz che giustificasse il suo es- sere 0 任 eso non trovö altra risposta Che una smorfia sever•a. <<La mamma ha ragione», disse con un tono Che 68
che quel «Cordialmente, Pablo Neruda» non 10 sot- traeva di certO all'anonimato. Si propose di intavolare con il poetä un qualche rapporto che gli permettesse un di essere onorato da una dedica in cui al- meno figurassero, nel tipiCO inchiostro verde del vate, il suo nome e cognome: MariO Jiménez S. Quantun- que gli sarebbe parso ideale un testo del tipo <<AI mi0 intimo amiCO MariO Jiménez, PablO Neruda». Pro- spettö i suoi aneliti a Cosme il telegrafista, il quale, dopo avergli ricordato che le Poste Cilene proibiva- no ai propri messaggeri di infastidire gli utenti con ri ・ chieste atipiche, 10 informö che uno stesso libro non poteva essere dedicato due VOlte. Vale a dire che in nessun caso sarebbe StatO nobile proporre al poeta per comunista Che fosse ー di cancellare le proprie parole per sostituirle con altre. MariO Jiménez giudicö assennata l'osservaztone, e quandO ricevette il secondo stipendio in una busta 6- scale acquisto, con un gestO Che gli parve conseguen- te, le N40 ・など edizione Losada, Provö un POCO di rammarico nel rinunciare alla sognata gita a Santiago, e poi qualche timore quando l'astuto libra- iO gli disse: <<E per il mese prossimo le tengo in serbO 〃な 0 / ル ro Ma nessuno dei due libri giunse a essere autografa- tO dal poeta. Un'altra mattina di SOle invernale, molto simile a quella teste minuztosamente descritta, relegö la dedica nell'oblio. Ma non la poesia ・ 13
certO puntO della reglstrazione si sente la voce di Ma- rio Jiménez che urla: ゞ〃 i ル第 k ″市 24 厩 ) Cinque, l'alveare delle api. (Quasi tre minuti di ronzil, in un pericoloso primo piano, con sottofondo di latrati di cani e canto di uccelli di difficile identifi- cazione. ) Sei, Ⅱ mare che Si ritira. (I_Jn momento antologico dell'incisione in cui sembra che il microfono segua n101t0 da vicino la mareggiata quando Si trascina schiumando sulla sabbia, finché l'acqua si confonde con quella dell'onda successiva. Forse la registrazio- ne e stata realizzata mentre Jiménez corre accanto al- l'acqua nsucchiata ed entra in mare per captare il preCISO momento della fusione. ) sette (frase intonata evidente suspence, se- guita da una pausa): Don Pablo NeftalfJiménez Gon- zålez. (Segue per una decina di minuti 10 stridente piantO di un neonato). 89
come dicevano 1 SOCi010 alla teleVISione, Si manife- starono nella caletta piü con la violenza Che con la re- torica. I pescatori, un PO rimpannucciati dai crediti del governo socialista, e forse ingagliarditi dai deliziO- Si versi di una popolare canzone dei QuiIapayun, «non dirmi merluzzo no, Maripusa, Che iO il merluzzo 10 mangiO si>>, con CLII economisti e pubbJicitari di re- glme incoragglavano il consumo di pesci autoctoni, che avrebbe alleviato il debitO estero contratto per acquistare carne, avevano aumentato la produzione, SiCChé ogni g10rno il camion frigorifero Che raccoglie- va il pesce partiva a pieno cariCO, direttO alla capitale. Quando, a mezzoglorno di un giovedi di ottobre, l'essenziale veiCOlO non Si presento e i pesci cormn- ciarono a languire SOttO il caIdO SOIe di primavera, 1 pescatori Si resero contO che la povera ma idillica ca- letta non era estranea alle tribolazioni che angustiava- no il restO del paese e di cui 6n0 ad allora erano li gunti SOltanto gli echi attraverso la radiO 0 la televi- sione di donna Rosa. La sera di quel giovedi compar- ve sul teleschermo il deputato Labbé, in qualitä di membro dell'unione trasportatori, per annunciare Che la categoria aveva In1ZiatO uno sciopero a Oltran- za. Due erano gli SCOPi: Che il presidente concedesse 10r0 tariffe speciali per acquistare i pezzi di ricambio e, glä che c'erano, che il presidente si dimettesse. I pesci furono restituiti al mare due gIOrni piü tar- di, dopo che ebbero impregnato con illoro fetore l'a- ria un tempo respirabile del portO, nonché richiama- tO il magyor numero di mosche e ratti Che mai Si fOS- se vedutO. ln capo a due settimane, durante le quali tuttO il paese tentö piu con patnottismo che con effi- cienza di porre rimedio ai danni dellO sciopero con il lavoro volontario, l'agitazione SI concluse lasciando il