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検索対象: IL POSTINO DI NERUDA
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1. IL POSTINO DI NERUDA

come dicevano 1 SOCi010 alla teleVISione, Si manife- starono nella caletta piü con la violenza Che con la re- torica. I pescatori, un PO rimpannucciati dai crediti del governo socialista, e forse ingagliarditi dai deliziO- Si versi di una popolare canzone dei QuiIapayun, «non dirmi merluzzo no, Maripusa, Che iO il merluzzo 10 mangiO si>>, con CLII economisti e pubbJicitari di re- glme incoragglavano il consumo di pesci autoctoni, che avrebbe alleviato il debitO estero contratto per acquistare carne, avevano aumentato la produzione, SiCChé ogni g10rno il camion frigorifero Che raccoglie- va il pesce partiva a pieno cariCO, direttO alla capitale. Quando, a mezzoglorno di un giovedi di ottobre, l'essenziale veiCOlO non Si presento e i pesci cormn- ciarono a languire SOttO il caIdO SOIe di primavera, 1 pescatori Si resero contO che la povera ma idillica ca- letta non era estranea alle tribolazioni che angustiava- no il restO del paese e di cui 6n0 ad allora erano li gunti SOltanto gli echi attraverso la radiO 0 la televi- sione di donna Rosa. La sera di quel giovedi compar- ve sul teleschermo il deputato Labbé, in qualitä di membro dell'unione trasportatori, per annunciare Che la categoria aveva In1ZiatO uno sciopero a Oltran- za. Due erano gli SCOPi: Che il presidente concedesse 10r0 tariffe speciali per acquistare i pezzi di ricambio e, glä che c'erano, che il presidente si dimettesse. I pesci furono restituiti al mare due gIOrni piü tar- di, dopo che ebbero impregnato con illoro fetore l'a- ria un tempo respirabile del portO, nonché richiama- tO il magyor numero di mosche e ratti Che mai Si fOS- se vedutO. ln capo a due settimane, durante le quali tuttO il paese tentö piu con patnottismo che con effi- cienza di porre rimedio ai danni dellO sciopero con il lavoro volontario, l'agitazione SI concluse lasciando il

2. IL POSTINO DI NERUDA

agli occhi e prese a sillabarlo, badando a non saltare neppure il segno piu insignificante: <<Ca-ro Ma-riO Ji-mé-nez dai pie-di a-la-ti». La vedova gli strappö la lettera con una zampata e cominciö a leggere scivolando sulle parole senza pau- se ne lntonazlonl.• <<Caro MariO Jiménez dai piedi alati, sempre pre- sente Beatriz Gonzålez in Jiménez, scintilla e lncen- dio di lsla Negra, eccellentissima signora Rosa vedo- va Gonzålez, caro futuro erede Pablo NeftalfJiménez Gonzålez, delfino di lsla Negra, esimio nuotatore nel- la tiepida placenta di tua madre e, quando uscirai alla luce del sole, re degli scogli e degli aquiloni, nonché camplone nel fugare i gabbiani, cari tutti, carissrmi qu attro. <<Non Vi hO scrittO prima come avevo promesso, perché non VOlevo mandarvi soltanto una cartolina con le ballerine di Degas. So che questa éla prima let- tera Che ricevl ln V1ta tua, MariO, e doveva arrrvare quantO meno in una busta; altrimenti non vale. di- verte pensare che questa lettera te la sei dovuta con- segnare tu stesso. Mi devi raccontare tuttO dell'lsla e dirmi a Che cosa ti dedichi ora Che la POSta 1 i arriva a Parigi. E sperabile che non ti abbiano cacciato dalle poste e telegrafi per assenza del poeta. 0 forse il pre- sidente Allende ti ha OffertO qualche ministero? <<Fare l'ambasciatore in Francia e per me e scomodo. Ma c'é in questo una sfida. ln Cile abbiamo fattO una rivoluzione alla cilena 1 0k0 ammirata e di- scussa. Ⅱ nome del Cile straordinariamente in auge. } 】 n11 ! 巛 L ' 】 1 m ! 】 10 》 , lntercalö la vedova, immergen- dOSi di nuovo nella lettera. 巛、行 VO con MatiIde in una camera cosi grande che 75

3. IL POSTINO DI NERUDA

casa di fronte al mare e la sua casa d'acqua Che ora lievitava dietro quei vetri, Che erano acqua anch'essi, i suoi OCChi Che erano anche la casa delle cose, le sue labbra che erano la casa delle parole e giä si lasciava- no felicemente bagnare dalla stessa acqua che un giorno aveva squarciato il feretro di suo padre dOPO aver attraversato letti, balaustrate e altri morti, per ac- cendere la vita e la morte del poeta come un segretO Che ora gli Si rivelava e Che, con la casualitä propria della bellezza e del nulla, sotto una lava di morti dagli occhi bendati e dai polsi insanguinati gli deponeva una poesia sulle labbra, che egli non seppe se recitö, ma che Mari0 udi quando il poeta apri la finestra e il ventO sguarni le penombre: 《 IO torno al mare avvolto dal cielO, il silenzio tra l'una e l'altra onda stabilisce una sospenslone pericolosa: muore la vita, Si acqmeta il sangue finché irrompe il movlmento e risuona la voce dell'infinito». Mario lo abbracciö prendendolo alle spalle, e al- zando le mani per coprirgli le pupille allucinate, gli disse: <<Non m 01a , poeta». 11 )

4. IL POSTINO DI NERUDA

BIanda compagna dai passi segreti, latte abbondante dei cieli, grembiule immacolato della mia scuola, lenzuolo di viagglatori silenziosi Che vanno di pensione in pensione con una fOtO raggrinzita in tasca. Leggera e plurale donzella, ala di migliaia di colombe, fazzoletto che dice addio a non SO cosa. Per favore mia pallida bella, cadi gentile su Neruda a Parig1, vestilo di gala C01 tuo candido abitO da ammiraglio, e conducilo sulla tua lieve fregata in questO portO dove 10 rimpiangiamo tantO. (Pausa). Bene, qui finisce la poesia, e adesso i suonl richiesti. Uno, il vento sul campanile di lsla Negra. (Segue circa un minutO di ventO sul campanile di lsla Negra. ) Due, i0 che suono la campana grande del campa- nile di lsla Negra. (Seguono sette rintocchi di campa- na. ) Tre, le onde sulla scogliera di lsla Negra. ()i tratta di un montagg10 con sonori frangenti che si abbatto- no contro gli scogli, reglstrati probabilmente in un 0m0 di bufera. ) Quattro, cantO dei gabbiani. (Due minuti di curiO- SO effettO stereofonico in cui sembra Che Chi ha regl- StratO Si S1a aVVICinato silenziosamente ai gabbiani ac- campatl per spaventarli e farli levare in V010 , talché non soltanto Si percepiscono i 10r0 gracidii, ma anche . un molteplice batter d'ali di sincopata bellezza. A un 88

5. IL POSTINO DI NERUDA

lncise il movimento del mare con 10 scrupolo di un filatelico. Ridusse V1ta e lavoro, con grande ira di Rosa, per seguire gli andirivieni della marea, alta, del riflusso, dell'acqua palpitante animata dai venti. Legö il Sony a una fune e lo calö tra le fessure della scogliera dove i granchi sfregavano le tenaglie e le al- ghe abbracciavano le rocce. Con la barca di don JOSé si spinse Oltre i primi frangenti e, proteggendo il reystratore con una pezza di nylon, ottenne quasi l'effetto stereofonico di onde alte tre metri Che andavano a morire sulla spiagpa CO- me fuscelli. ln altri porni di bonaccia ebbe la fortuna di sor- prendere la beccata del gabbiano, nel momento in cui piomba in verticale sulla sardina, nonché il suo VOIO a pelO d'acqua quando controlla sicuro le ultime convulsioni nel becco. Ci ん anche la volta in cui alcuni pellicani, uccelli petulanti e anarchici, batterono le ali lungo la riva, come se presentissero Che il giorno seguente un ban- co di sardine si sarebbe arenato sulla spiaggia. I figli dei pescatori raccolsero i pesci ricorrendo al sempli- ce espediente di immergere in mare i secchielli Che usavano per costruire castelli di sabbia. Quella notte sulle braci delle rozze graticole arsero tante sardine che i gatti celebrarono il 10r0 festino gonfiandosi in 80

6. IL POSTINO DI NERUDA

<<Di persona!». «E dove?». <<Dove vuole lei 》 . Neruda Si concesse una pausa per pensare e disse cauto: <<Allora, a casa 】 la 》 . <<Vengo». prima di riappendere, il poeta scosse la cornetta, quasi VOlesse mettere in fuga qualche rimasuglio di voce Che Vi fosse rimastO appICCicato. «Che cosa ha detto?», supplicö Mario. 巛。 Ve 卩 go ' 》 . Neruda si fregö le mani, e chiudendo rassegnato il quaderno che Si proponeva di riempire di verdi meta- fore nel suo primo giorno di lsla Negra, ebbe la gene- rositä di infondere nel ragazzo il coragg10 di cui egli stesso aveva bisogno: <<Almeno qul giochiamo ln casa, giovanottO>>. Si avvicinö al giradischi e, alzando un ditO felice, proclamö: <<Ti ho portato da Santiago un regalo specialissimo. L'inno ufficiale dei postini». Con queste parole la musica di 入ーな PO 4 〃 ese- guita dai Beatles Si diffuse per la stanza destabilizzan- dO le polene, rovesciando i velieri nelle bottiglie, fa- cendO digrignare i denti delle maschere africane, tur- bando le filigrane delle sedie artigianali, resuscitando gli amici morti inscritti sulle travi del SOffittO, facendo fumigare le pipe a lungo tenute spente, facendo schi- tarrare le panciute ceramiche di Quinchamalf, esalare profumi alle cocottes della Belle Epoque appese alle pareti, galoppare il cavallo azzurro e sibilare la lunga e vetusta locomotiva strappata a una poesia di Whit- man. E quando il poeta gli mise fra le braccia la busta

7. IL POSTINO DI NERUDA

Quand0 il pescatore vide Pab10 Neruda entrare nell'osteria accompagnato da un glovane anonimo Che piü Che portare una borsa di Cu010 sembrava ag- grapparsi a essa, decise di avvertire la locan- diera Che erano arrivati degli avventori, di cui uno al- meno ragguardevole. 巛 C ' gente!». I nuOV1 venuti occuparono due sedie di fronte al bancone, dietro a cul scorsero una ragazza sui dicias- sette anni dai capelli castani intrecciati e scompigliati dalla brezza, gli OCChi marroni tristi e tranquilli, tondi come ciliege, un CO Ⅱ 0 Che fluiva verso seni maliziosa- mente soffocati dalla camicetta bianca di due misure SOttO il dovuto, due capezzoli che mozzavano il fiatO, ancorché coperti, e una Vita di quelle Che Si cingono per ballare il tango finché la notte e il vino non si esauriscano. Ci fu un breve intervallo, il tempo neces- sariO perché la ragazza lasciasse il bancone e Si inol- trasse fra i tavoli della sala prima di esibire la parte del corpo che sosteneva quegli attributi, ovvero l'im- pianto alla base della vita, che si sviluppava in due ånche malandrine ben condite da una squillante mi- nigonna; scivolando lungo le ginocchia C010r rame, esse fluivano come una danza lenta in un paiO di pie- di scalzi e agresti, a tutto tond0, talché di li la pelle in- timava di risalire, ripercorrendo ognl segmento, 6n0 agli OCChi C010r caffe Che erano riusciti a trascorrere

8. IL POSTINO DI NERUDA

come in un buffO brindisi per festegglare senza bic- chiere e senza champagne un amore Che mai Si sareb- be realizzato. POi Si diresse verso il bar facendo on- deggiare il corpo, mentre le gambe parevano ballare al ritmo di una musica piu sinuosa di quella Offerta dai Ramblers. Mario non ebbe bisogno di specchi per indovinare Che la faccia gli Si era fatta rossa e umida. L'altra ragazza occupö la postazione abbandonata, e con un severo C01P0 di pallina sul campo cercö di ri- destarlo dal suo tramortimento. MestO, il postino le- vö 10 sguardo dalla palla agli occhi della nuova avver- saria e, benché di fronte all'Oceano Pacifico si fosse definito inettO in fattO di comparazionl e metafore, SI disse con rabbia che il gioco proposto da quella palli- da ragazza di paese sarebbe stato: a) piü triste che bal- lare con la propria sorella; b) piü noioso di una dome- nica senza calCiO, e C) divertente come una corsa di lumache. Senza dedicarle neppure il saluto di un battito dl ciglia, segui la rotta della sua adorata verso il bancone del bar, si abbatté su una sedia come fosse una P01- trona del cinema, e per lunghi minuti la contemplö estasiato, mentre la ragazza alitava sulle rustiche cop- pe e POi le strofinava con un cenciO ricamato a fiori fi- no a lasciarle impeccabili. 22

9. IL POSTINO DI NERUDA

nel campo visivo della sentinella di guardia alla stra- da, e gli diede il via con una strizzata d'occhio in dire- zione della camera da lettO. Dovette tenere la porta semiaperta per un istante prima di distinguere Neruda in quella penombra che odorava di medicine, unguenti e legno umidO. Calpe- stö il tappetO 6n0 allettO con la delicatezza del visita- tore di un tempo, colpito dalla respirazione difficol- tosa del poeta, da quel respiro che prima di fluire sembrava ferirgli la gola. <<Don PablO>>, piano, come per adattare il tono di voce alla tenue luce della lampada avvolta in un fazzoletto azzurro. Gli parve quasi che ad aver parlato fosse stata la sua ombra. ll profilo di Neruda si levö faticosamente sul lettO, e gli OCChi lucidi inda- garono la penombra. <<N'1ario?». «Si, don Pablo». Ⅱ poeta tese il braccio flaccido, ma in quel gi0C0 di contorni senza VOlumi il postino non notö l'offerta. <<AvviC1nati, ragazzo». Accanto al lettO il poeta gli strinse Ⅱ P01S0 con una pressione che turbö MariO tantO era febbrile, e IO fe- ce sedere VIC1no al capezzale. «Stamattina VOlevo entrare, ma non hO POtutO. La casa circondata dai SOIdati. Hanno lasciato passare S010 il medico». Un sorriso senza forza schiuse le labbra del poeta. 巛 lo non ho piü bisogno di medico, figliolo. Sareb- be megliO che mi mandassero direttamente il becchi- no 》 . <<Non dica COSI, poeta». 巛 ll becchino un bel mestiere, MariO. Si impara la filosofia». 110

10. IL POSTINO DI NERUDA

Nei pressi della casa di Neruda un gruppo di sol- dati aveva erettO uno sbarramento e, piü indietro, un camron m. ilitare faceva silenziosamente la luce della sirena. Pioveva leggermente; una fredda piogge- rella rivierasca, piü fastidiosa che bagnata. ll postino prese la scorciatoia, e dalla cima della collinetta, il mento affondato nel fango, si prospettö il quadro del- la situazione: la strada del poeta sbarrata verso nord e vigilata da tre reclute presso la panetteria. Chiunque fosse dovutO transitare da quel puntO veniva perqui- sitO dai militari. Ogni documento del portafogli veni- va lettO, piu per il desiderio di mitigare il tediO di ⅵ - gilare una caletta insignificante Che con minuzia anti- sovversiva; se il passante portava una borsa, gli Si inti- mava senza violenza di mostrarne a uno a uno gli og- getti contenuti: detersivo, il cartone di pasta, la di le mele, il chilo di patate. Dopo di che, con un gestO annoiato della mano, gli si permetteva di passa- re. Benché tuttO questO fosse una novitå, a MariO par- ve Che il comportamento dei militari avesse un certO sapore di routine. coscritti Si irrigidivano e accelera- vano i movimenti S010 quando, di tantO in tantO, arrl- vava un tenente provvisto di baffl e VOCIOne C10S0. Rimase a scrutare quelle manovre 6n0 a mezzo- gl()rno. POi scese cautO e, senza prendere la Vespa, fe- ce un enorme glro attorno al casolari anommi, rag- gmnse la spiaggia all'altezza del molo e bordeggiando 108