locali da dover trasportare in cucina la tinozza del ba- gno, affinchéⅵ naufragassero tumultuose lattughe, orgogliosi sedani, pomodori irrequieti, bietOle, caro- te, ravanelli, buone patate, il tenace coriandolo e il basilico. per la SOla maionese Si usarono quattordici uova, e si affidö a Pablo Neftalf la delicata missione di spiare la gallina castigliana e di canticchiare Vence- e 0 non appena quella avesse deposto il suo uovo quotidiano, per POi romperlo dinanzi Vivan- da Che stava riuscendo giustamente densa grazie al fattO che nessuna delle donne mestruava quel giorno. Non Ci fu casupola di pescatore Che MariO non Vi- sitasse per invitare tutti alla festa. Percorse la strada dalla caletta al campegg10 martellando il campanello della bicicletta e irradiando un giubilo paragonabile soltanto a quello che provo quand0 Beatriz espulse dalla placenta il piccolo Pab10 Neftalf, giä provvisto di chioma alla Paul MacCartney. Un premio N0bel al Cile, ancorché di Letteratura, cosi il «compagno» RO- drfguez arringö i villegyanti, una gloria per il Cile e un trionfO per il presidente Allende. Non aveva con- cluso la frase che il glovane padre Jiménez, in preda a un'indignazione Che gli aveva elettrizzato ogni nonchéla punta di ogni singolo capello, 10 afferrö per il gomitO trascinandolo SOttO il salice piangente. AI- l'ombra dell'albero, con l'autocontrollo desunto dai 61m di Georges Raft, Mario lasciö andare il braccio del compagno R0driguez e, inumidendosi le labbra inaridite dalla collera, disse con calma: <<Ricorda, compagno Rodrfguez, quel coltello da cucina Che un giorno 1 1 cadutO per caso sul tavolo a cui lei stava mangiando?>>. <<Non l'hO dimentlcato», rispose l'attivista accarez ・ zandOSi il pancreas. 92
disse mentre le sue dita scivolavano sulla linda super- ficie di pelle azzurra: <<Grazie, signor Labbé» 37
I Tascabili degli Editori Asso a TEA DUE San Antonio, in Cile, il giovane MariO Jimenez, ex pescatore, Vie- ne nominato postino de110 sperduto villaggio di lsla Negra, con l'in- eariCO di recapitare la POSta al S010 individuo Che riceva corrispon- denza ⅲ quel luogo dimenticato da tutti: il grande poeta Pab10 Ne- rtlda. Tra i due, diversissimi per cultura educazione attratti da una reciproca simpatia, nasce un inattesa complicitä Che non durera piü breve e accesa stagione lascerä il segno di profonda amicizia. Limpido, gaiO e insieme malinconico, vivacissimo e a tratti esila- rante, triste talvolta ma mai sopraffatto dalla tristezza, 月〃 OS れ 0 di N 夜 d 佖 il romanzo che ha rivelato le grandi qualitå letterarie di' Antonio Skårmeta. Da questo libro statO trattO il film di grande successo interpretato da Massimo Tr0isi, Philippe Noiret e Maria Grazia Cucinotta. Antoni0 Skårmeta (Antofagasta, CiIe, 1940 ) ha studiato lettere e 用 0S06a prima nel suo Paese e poi presso la C01umbia University di New York. E au- tore di opere narrative, sa#i, sceneggiature e testi teatrali. presso Garzan- ln eopertina: Massimo TrOisi e Philippe Noiret in ti stato pubblicato il romanzo 財“ tc んわ“〃 . ( ◎ Photomovie) Grafica Studio Baroni Lire 12 000 pOST ひ旧 249998 , , 。れ 1 8 58 2 7 pcL 123 加
«Le danno il premio Nobel?». «puö darsi, ma quest anno CI sono candidatl con maggiori probabilitå». «Perché?». «Perché hanno scrittO grandi opere». «E le altre lettere?». <<Le leggerö dopo 》 , sospirö il vate. Mario, che presentiva la fine del dialogo, preso da un inquietudine COSI assoluta di fronte all'incom- bente assenza, quella del suo prediletto e uniCO clien- te, che costrinse Ⅱ poeta a domandargli: <<Che cosa stai pensando?». <<A quello che diranno le altre lettere. Saranno d'a- more?». Ⅱ robusto vate tOSSi. <<G ・ uarda che iO sono sposato! Che non ti senta Ma- tilde!». «Scusi, don Pablo 》 . Neruda si frugö in tasca e ne estrasse un biglietto del rosso «piü che regolare». Ⅱ postino disse «grazie», angosciato non tantO per la somma quantO per minente congedo. QueIIa stessa tristezza parve immo- bilizzarlo al puntO da allarmare il poeta, che si accin- geva a nentrare e Che non POté fare a meno di interes- sarsl a una statICIta COSI ostlnata. <<Che ti succede?». «Don Pablo み . <<Te ne stai li rittO come un palO 》 . Mari0 torse il co Ⅱ 0 e cercö gli occhi del poeta, dal basso. <<lnchiodato C01 e una lancia?>>. 巛 NO , immobile come la torre degli scacchi». <<Piü quietO di un gattO di porcellana?».
«Allora, cosa Ⅷ 01e che le dica, don Pablo? Lei l'unica persona in paese che puo aiutarmi. Tutti gli al- tri sono pescatori Che non sanno dire mente». 巛、 anche quei pescatori SI sono lnnamorati, e SO- no riusciti a dire qualcosa alle ragazze che gli piaceva- no 》 . <<Teste di pesce!». <<Perö le hanno fatte lnnamorare e SI sono sposati con ー 0r0. Cosa fa tuo padre?». <<Pescatore, per forza!>>. <<ECCO! Dovrä pur aver parlatO qualche VOlta con tua madre, per convmcerla a sposarlo». «Don Pablo, il paragone non regge, perché Beatriz molto piü bella di mia madre». <<Caro MariO, non resisto alla curiositä di leggere il telegramma. Permetti?». <<Con m01t0 piacere». <<Grazie». Neruda cercö di strappare la busta che conteneva il messaggio, ma nel tentatiVO 10 fece a pezzi. Alzan- dosi sulla punta dei piedi, Mari0 tentö di spiare il contenuto da sopra la sua spalla. <<Non viene dalla Svezia, vero?>>. 巛 NO 》 . «Crede che le daranno il premio N0bel quest'an- 巛 } 0 smesso di preoccuparmene. Mi sembra irrl- tante vedere il miO n01 e comparire ognl anno tra i concorrenti, come se fOSSi un cavallO da corsa». «Allora di chi il telegramma?». «Del Comitato Centrale del Partito». Ⅱ poeta interpose una pausa drammatica. <<Ragazzo, oggl non sara per caso martedi 1 ? 》 . <<Cattive notizie?>>. 28
Ciö Che non ottenne I'Oceano Pacifico con la sua pazienza simile all'eternitä, 10 Ottenne il semplice e dOlce ufficiO postale di San Antonio: MariO Jiménez non solo si alzava all'alba zufolando, il naso sgombro e gagliardo, ma aggrediva il suo compito con tanta puntualitä che il vecchio funzionario Cosme gli affi- dö la chiave dell'ufficio, caso mai Si fosse deciSO, una VOlta tantO, a compiere un lmpresa da tempo sognata: dormire al mattino COSi a lungo che fosse giä del- la siesta, e concedersi una siesta tantO lunga Che fosse giä l'ora di andare a lettO, e andando a lettO dormire COSi bene e profondamente da sentire il dOPO per la prima volta quella voglia di lavorare che Mari0 irradiava, e Che Cosme ignorava meticolosamente. Con il primo stipendio, pagatO come si usa in Cile con un mese e mezzo di ritardO, il POStino MariO Ji- menez acquisto i seguenti beni: una bottiglia di vino cousiöo Macul Antiguas Reservas per suo padre; un biglietto d'ingresso al cinema, grazie al quale si gustö West ゞ i 0 ヮ , inclusa Natalie Wood; un pettine d'acciaio tedesco al mercato di San Antonio, da un ambulante che 10 Offriva accompagnandosi C01 ritor ・ nello: <<La G ・ ermania ha perso la guerra ma non l'in- dustria. Pettini inossidabili marca Solingen»; nonché l'edizione Losada delle 0 市どな〃 del suo cliente e vicino PabIo Neruda. Si proponeva, in un momento in cui il vate gli fOS-
Ⅱ ragazzo a distinguere una tazza sul C01 Ⅵ 0- dino e, invitatO da un gestO di Neruda, gliel'accostö alle labbra. «Come si sente, don Pablo?». <<Moribondo. A parte questO, niente di grave». <<Sa cosa Sta succedendo?>>. <<MatiIde cerca nascondermi tuttO, ma iO hO una rmnuscola radiO giapponese SOttO il cuscino». Mandö giu una boccata d'aria e subitO la espulse tremando. <<Amico n110 , con questa febbre mi sentO come un pe ・ sce nella rete». <<Finirä anche questO, poeta». <<Si, caro. Ma non sarä la febbre a finire. Sarä lei a finire 1 e 》 . Con il lembo del lenzuolo il postino gli asciugö il sudore che gli gocciolava sulle palpebre dalla fronte. <<E grave quello che ha, don Pablo み . 巛 G ・ i Che siamo a Shakespeare, ti risponderö C01 蝨 e Mercuzio quand'é trafitto dalla spada di Tibald0. "La ferita non e profonda come un POZZO ne grande C01 e la porta di una chiesa, ma quantO basta. Chiedi di me domani e mi troverai rigido">>. <<Per favore, stia giu». <<Aiutami ad arrivare fino alla finestra». <<Non POSSO. Donna Matilde mi ha lasciato entra- re, perché... 》 . 巛 sono il tuo mezzano, il tuo ruffiano e il padrino di tuo figliO. Grazie a questi titOli guadagnati C01 su- dore della mia penna, esigo che tu mi porti alla fine- stra». MariO cercö di reprimere l'impulso del poeta strin- gendogli i polsi. La vena del collo gli pulsava come fosse un animale. 巛 C una brezza fredda, don Pablo 》 . 111
Per una settimana MariO vago con le metafore nel- la strozza. BeatriZ, 0 rimaneva prigronlera ln camera sua, 0 usciva a far compere 0 passeggiava 6n0 agli scogli, l'avambraccio ben stretto tra le grinfie della madre. Egli le seguiva a grande distanza celandosi fra le dune, certO Che la sua presenza gravava C01 e un macigno sulla nuca della signora. Ogni volta che la ra- gazza Si voltava, la donna le girava la testa con una ti- rata d'orecchie, protettiva ma non per questO meno dolorosa. . A. sera ascoltava inconsolabile も 4 e な nei pressi dell'osteria, sperando che qualche ombra gliela por- tasse in quella minigonna che egli sognava di solleva- re 6n0 al cielo con la punta della lingua. Giovane mi- StiCO, deCISe di non alleviare mediante alcun artifizio manuale la fedele, crescente erezione Che, di giorno, dissimulava SOttO i VOlumi del vate, e Che Si proibiva 6n0 alla tortura di notte. Si immaginava, con perdO- nabile romant1C1smo, Che ogni metafora coniata, ognl sospiro, ogni anticipo della lingua di lei sui suoi lobi, fra le gambe, fosse una forza cosmica Che nutriva il suo sperma. Con ettolitri di quella sostanza perfettibi- le avrebbe fattO lievitare di felicitå Beatriz Gonzålez il gl()rno ln cui DiO Si fosse deciSO a provare la pro- pria esistenza mettendogliela fra le bracciä, grazie a infarto miocardico della madre 0 a un famelico rattO. La domenica di quella settimana IO stesso furgone rosso Che due meS1 lnnanzl SI era portatO Via Neruda 47
Anni dopo venni a sapere dalla rivista 《 Hoy 》 che un redattore letterario della <<Quinta Rueda» era tor- natO in Cile dOPO l'esilio in Messico. Era un vecchio compagno di liceo, e gli telefonai per combinare un incontro. Parlammo un PO' di politica, e soprattutto delle possibilitä che un giorno il Cile avesse un gover- no democratico. Mi trattenne ancora qualche minutO raccontandomi del suo esilio e, dOPO aver ChiestO il terzo caffe gli domandai se per caso ricordasse il no- me dell'autore della poesia premiata che doveva esse- re pubblicata da <<La Quinta Rueda» il 18 settembre dell'anno del golpe. <<Certo», mi disse. <<Si trattava di un'eccellente poe- sia di Jorge Teillier». IO bevo il caffe senza zucchero, 1 れ a hO l'abitudine di mescolarlo COI cucchiaino. <<Non ricordi>>, gli domandai, «una poesia Che for- se ti e rimasta in mente per il titOlO piuttosto singola- re: "Ritratto a matita di PablO NeftalfJiménez Gonzå- Ⅱ 1 iO amICO sollevö la zuccheriera e la trattenne un istante frugando nella memoria. POi fece di no con la testa. Non la ricordava. Avvicinö la ZUCCheriera al miO caffe 1 a iO 10 coprii rapidamente con la mano. 巛 NO grazle», gli dissi, 巛 10 bevo amaro». 121
duciamo tal quale 10 ascoltö due settimane piü tardi Pablo Neruda nel suo studio di Parigi: Uno, due, tre. freccia SI muove? Si, si muove. (Raschio di gola). Caro don Pablo, mille grazie del re- galo e della lettera, anche se sarebbe bastata la lettera a renderci felici. Perö il Sony funziona bene ed inte- ressante e iO cerco di fare poesie dicendole diretta- mente all'apparecchio e senza scriverle. Finora niente che valga la pena. HO impiegato un bel po' di tempo a eseguire il suo incarico, perché ISla Negra in questO periodo si presta male. Qui adesso si e installato un campegg10 per le vacanze degli operai, e iO lavoro nella cucina dell'osteria. Una VOlta alla settimana va- dO in bicicletta 6n0 a San Antonio a ritirare un paiO di lettere che arrlvano per i villeggianti. N0i stiamo tutti bene e siamo contenti, e C e una grande novitä di cui POi Si renderä contO lei stesso. Scommetto Che gl tuttO cur10SO. Continui ad ascoltare senza far girare il nastro piü in fretta. POiché non vedO l'ora di farle sapere la buona notizia, non le ruberö granché del suo prezioso tempo. L unica cosa Che VOlevo dirle che la vita proprio strana. Lei si lamenta perché la neve le arnva alle orecchie, e iO perché mai in Vita mla ne hO ViStO un S010 60CC0. Tranne Che al cinema, naturalmente. Mi piacerebbe essere a Parigi con lei e nuotare nella neve. E infarinarmi di neve come un tO- PO in un 第 . ulino. Che strano Che qui non nevichi mai a Natale. Sarä certamente COlpa dell'imperialismo yankee! Comunque, in segno di gratitudine per la sua bella lettera e il regalo, le dedico questa poesia che hO scrittO per lei, ispirata alle sue Odi e che si chiama non mi venutO un titOlO P1ü cortO ー Ode 4 / な← N 4 4 ル畩 / (Pausa e colpo di tosse). 87