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検索対象: IL POSTINO DI NERUDA
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1. IL POSTINO DI NERUDA

«Le danno il premio Nobel?». «puö darsi, ma quest anno CI sono candidatl con maggiori probabilitå». «Perché?». «Perché hanno scrittO grandi opere». «E le altre lettere?». <<Le leggerö dopo 》 , sospirö il vate. Mario, che presentiva la fine del dialogo, preso da un inquietudine COSI assoluta di fronte all'incom- bente assenza, quella del suo prediletto e uniCO clien- te, che costrinse Ⅱ poeta a domandargli: <<Che cosa stai pensando?». <<A quello che diranno le altre lettere. Saranno d'a- more?». Ⅱ robusto vate tOSSi. <<G ・ uarda che iO sono sposato! Che non ti senta Ma- tilde!». «Scusi, don Pablo 》 . Neruda si frugö in tasca e ne estrasse un biglietto del rosso «piü che regolare». Ⅱ postino disse «grazie», angosciato non tantO per la somma quantO per minente congedo. QueIIa stessa tristezza parve immo- bilizzarlo al puntO da allarmare il poeta, che si accin- geva a nentrare e Che non POté fare a meno di interes- sarsl a una statICIta COSI ostlnata. <<Che ti succede?». «Don Pablo み . <<Te ne stai li rittO come un palO 》 . Mari0 torse il co Ⅱ 0 e cercö gli occhi del poeta, dal basso. <<lnchiodato C01 e una lancia?>>. 巛 NO , immobile come la torre degli scacchi». <<Piü quietO di un gattO di porcellana?».

2. IL POSTINO DI NERUDA

Due giorni piü tardi un SOlerte furgone coperto di manifesti con l'immagine del vate e la scritta <<Neruda presidente» giunse a sequestrarlo dal suo rifugiO. Ⅱ poeta COSi rrassunse l'impresslone nel suo DiariO.• <<La Vita politica punse come un uragano a sottrarml al miei lavori. La moltitudine umana e stata per me la lezione della mia Vita. POSSO accostarmi a essa la timidezza propria del poeta, con l'apprensione del ti- れ】 idO , ma in grembo a essa mi sentO trasfigurato. SO- no parte della maggioranza essenziale, sono un enne- sima foglia del grande albero umano». Una mesta foglia di quellO stesso albero accorse a salutarlo: il postino MariO Jiménez. Ⅱ quale non trovö consolazione neppure quando il poeta, dOPO averlO abbracciato, gli fece dono con una certa solennita dell'edizione Losada in carta india e di due volumi ri- legati in pelle rossa delle sue Opere Complete. Ⅱ cruccio non 10 abbandonö neppure nel leggere la dedica, che superava di gran lunga le sue brame di un tempo: 巛 AI miO intimo am1CO e compagno MariO Jiménez. Pablo Neruda». Vide il furgone partire lungo ⅱ sentiero di terra battuta, e desiderö che la polvere che sollevava riCO- prrsse per sempre il suo robusto cadavere. Per lealtä verso il poeta giurö di non togliersi la ⅵ - ta senza prima aver lettO quelle tremila paglne a una a

3. IL POSTINO DI NERUDA

alla lingua e lottava per esplodergli tra i denti. Arrestö il passo, e roteando un ditO impertinente a pochi cen- timetri dal naso del suo illustre cliente, disse: <<Lei crede che tutto il mondo, voglio dire ″ 0 il mondO, con il ventO, i mari, gli alberi, le montagne, ⅱ 応 80 , gli animali, le case, i deserti, le piogge ・・・》・ 巛… adesso puoi giä dire "eccetera">>. 巛 ... gli eccetera! Lei crede Che il mondO intero Sia metafora di qualcosa?». Neruda spalancö la bocca, e suo mento robusto parve staccarsi dal V01t0. <<E una stronzata quellO che hO domandato, don Pablo み . 巛 N ・ 0 , davvero, 》 . <<Perö ha fattO una faccia CO strana». 巛 NO , il fattO che mi sono messo a pensare». Spavento 、 con un gestO della mano un insettO im- maginario, si tiro su i pantaloni molli e, trafiggendo col dito il petto del giovane, disse: <<Senti, MariO. Facciamo un pattO. IO adesso me ne vadO in cuclna, mi ・ preparo un omelette di aspirine per meditare sulla tua domanda, e domani ti dO il n110 parere». «Sul serio, don Pablo み . <<SuI seriO, Si. domani>>. Tornö verso casa e, gmnto sulla soglia, si appoggro alla porta e incrocio pazientemente le braccia <<Non entra?», gli gridö Mario. <<Ah, no. Stavolta aspettO che tu te ne vada». postino scostö la bicicletta dallampione, fece suonare glubilante il campanello e, con un sorr1SO tantO ampiO da abbracciare poeta e dintorni, disse: «Arrivederci, don Pablo». <<Arrivederci, ragazzo». 19

4. IL POSTINO DI NERUDA

steria e nell'esangue bilancio di Mario: il dentista. COSi, quando a mezzogorno la televisione naziO- nale annunciö Che quella sera sarebbero passate le immagni di Pab10 Neruda a Stoccolma, nel momen- tO in cui riceveva il PremiO NObel per la Letteratura, egli ricorse a una serie di prestiti per allestire la festa piu sonora e bagnata Che la regIOne avrebbe mai ri- cord atO. Ⅱ telegrafista portö da San Antoni0 un capretto squartato per un prezzo accessibile da un macellaio socialista: «mercato grigIO>>, precisö. 、 i suoi buoni uff1Ci procurarono altresi la presenza di Domingo G ・ uzman, robusto opera10 portuale Che la sera Si con- solava della lombaggine randellando una batteria Ya- ancora i giapponesi ー al La R , per il di- maha lettO di änche appassite che rifiorivano sensuali e fe- roci al ritmo del miglior repertorio delle false 砒をみ che, con tuttO il rispetto, LuiSfn Landåez aveva intro- dotto in Cile. Sul sedile anteriore del Ford 40 viagyavano il tele- grafista e Domingo Guzman, sul posteriore la Yama- ha e il capretto. Arrivarono presto, in un garbuglio di nastri socialisti e di bandierine cilene di plastica, e porsero il capretto alla vedova Gonzålez, la quale di- chiarö solennemente che di fronte al poeta Neruda Si arrendeva, ma Che se ne sarebbe andata a tamburella- re la sua casseruola con le dame della prövvidenza a Santiago, finché i comunisti non se ne fossero andati dal governo. <<Si vede che sono migliori poeti che go- vernantl>>, concluse. Beatriz, assistita dal nuovo gruppo delle villeggian- ti, allendiste irredente e capaci di mettere alle corde chiunque trovasse da ridire su Unitä Popolare, pre- paro un'insalata con tali e tanti apporti dei contadini 91

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avanzö con la bocca 6n0 all'uovo, 10 prese tra i denti e, scostandosi, attese che lei venisse a riscattarlo con la propria bocca. Senti di sfiorare la carne di lei sopra il gusciO, e la sua bocca lasciö Che la delizia 10 inon- dasse. Ⅱ primo tratto della pelle di lei che inumidiva, Che ungeva, era quellO Che nei suoi sogni ella quale ultimo bastione del suo incalzare, d0P0 che egli aveva lambito ogni poro di lei, il piü tenue pelo delle sue braccia, la serica cascata delle palpebre, il vertigi- noso declivio del co Ⅱ 0. Era iltempo del raccolto, l'a- 1 ore era maturato robusto e duro nella sua armatUra, le parole tornavano alle 10r0 radici. QuestO tO, si disse, questO questO questO momento questO. Chiuse gli OCChi mentre con la bocca lei traeva a se l'uovov Alla cieca le avvolse le spalle mentre nella sua mente un'esplosione di pesci sfavillanti erompeva in un oceano calmo. Una luna 10 irlOndaVa di luce, ed egli ebbe la certezza di comprendere, la sua saliva su quella nuca, Che COS'era l'infinito. ・ Vigö l'amata, e una VOlta ancora prese tra i den- ti. E ora, come se entrambi danzassero al ritl .0 di una musica segreta, lei apri 10 SCOIIO della camicetta e Ma- riO le fece scivolare l'uovo tra le mammelle. Beatriz SI slacciö il cinturone, SOllevö l'indumento che la SO 任 0- cava, e quandO la ragazza S616 la camicetta al di sopra della testa ed espose il dorso alla luce dorata della lampada a petrolio 1 ' uovo andö a schiantarsi sul pavi- mentO. MariO le abbassö la stenta minigonna, e al- lorché la fragrante vegetazione della vulva lusingö il suo naso in agguato, non ebbe altra ispirazione Che di leccarla con la punta della lingua. ln quel preciso istante BeatriZ emrse un gridO anslmante, di singhioz- 20 , di sperpero, di gola, di musica, di febbre, che si protrasse per alcuni secondi in CI.II tuttO il corpo 64

6. IL POSTINO DI NERUDA

I risparmi di MariO Jiménez destinati a un incur- sione nella ville lumiére furono consumati dalla ri- succhiante lingua di Pab10 Neftali, il quale, non sod- disfatto di esaurire i seni di Beatriz, Si divertiva a con- sumare robusti biberon di latte e cacao che, benché ottenuti con 10 sconto dal Servizio Medico Naziona- le, avrebbero dissanguato qualunque bilancio. Un an- no dopo la nascita, Pab10 Neftali non solo si dimo- strava assai abile nel fugare gabbiani, come aveva pro- fetizzato il suo poeticissimo padrino, ma esibiva una cur10Sa erudizione in fattO di incidenti. Si inerplcava sugli scogli col passo molle e rapido dei gatti, che egli perö imitava S010 6n0 a quel puntO, per POi rovmare nell'oceano infilzandosi le natiche sui banchi ・ di riCCi, lasciandosi pinzare le dita dai granchi, scorticandosi il naso sulle stelle di mare, inghiottendo tanta acqua salata che nel giro di tre mesi fu datO tre VOlte per mortO. Benché MariO Jiménez fosse partiglano di un socialismo utopico, stanco di dissipare i suoi futuri franchi nella borsa del pediatra, confezionö una gab- bia di legno in cui gettava l'amato 6g1i0 con la convin- zione che soltanto cosi gli sarebbe statO possibile schiacciare un pisolino Che non culminasse in un ん - nerale. Quando al piCCOlO Jiménez spuntarono i denti, le sbarre della gabbia rivelarono che aveva tentatO di se- garle con i suoi lattiynosi canini. Le gengrve coronate di schegge introdussero un altro personaggo nell'O- 90

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ne centrali, in robusti caratteri "di scatOla, sarebbe sta- ta inclusa la poesia premiata. Una settimana prima dell'attesa data, MariO Jiménez sognö che <<Ritratto a matita di Pablo Neftalf Jiménez Gonzålez» vmceva il trofeo, e che Pablo Neruda in persona gli tendeva il fiore e l'assegno. Fu strappato a quel paradiso da al- cuni COlpi snervanti battuti sulla finestra. lmprecan- dO, ⅵ SI accosto a tentoni e, aprendola, riconobbe il telegrafista nascosto SOttO un poncho, che sporgendo improvvlsamente la mano gli avvicinö la minuscola radiO da CLII risuonava una m. arcia tedesca nota come 月〃 e Ka 4 d な Gli OCChi ammosciati come due tristi chicchi d'uva nel grigiore della nebbia, senza dir pa- rola né alterare la smorfia del V01t0 , fece ruotare il bottone dell'apparecchio, e da ogni emittente risuo- nö la stessa muslca marziale, con i suoi timpani, clari- ni, tube e corni liquefatti dai piccoli altoparlanti. Quindi si strinse nelle spalle e infilandosi la radio con gestO interminabile, lungo e lentO, SOttO il laborioso poncho, disse con gravitä: 巛 lo me la 610 ! 》 . Mario si passö ilrastrello delle dita fra le chiome e afferrando il jersey da marinaio balzö dalla finestra verso la Vespa. <<Vad0 a prendere la posta del poeta», disse. ll telegrafista gli si parö innanzi deciso stringendo le mani sul manubrio del veicolo. 巛、一 uoi suicidarti?». Entrambi alzarono gli OCChi al CielO incappottato e videro tre elicotteri VOlare in direzione del portO. <<Dammi le chiavi, capo», gridö MariO, sommando 引 frastuono degli elicotteri il motore della sua Vespa. Don Cosme gliele tese, poi trattenne il P01S0 del ragazzo: 105

8. IL POSTINO DI NERUDA

spirava per abbattere Allende, intimarono alla vedO- Gonzålez Che facesse il favore di non spacciare quell'acquetta di verdure per la c 破な cilena. Tutt'al piü, precisö il portavoce, potevano accettarla come minestrone, nel qual caso la signora Rosa del fu Gon- zålez doveva se non altro ridurre di uno scudO il prezzo del menu. A tali plausibili argomenti la vedo- va non tributö la benché cortese attenzione. Ricordando l'entusiasmo con cui il proletariato aveva eletto Allende, proclamö che la questione del boicot- taggiO agli approvvigionamenti non era affar suo, SfO- derando un proverbio scaturito dal suo SOttile inge- gno: <<Ogni asino ha il bastO Che si merita». Anziché mutare rotta, la vedova parve farsi porta- voce della brillante consegna di una certa sinistra, Che con allegra irresponsabilitä invitava ad «avanzare senza transigere», e continuo a spacciare acqua calda per te, brodo di dadi per consomme e minestrone per c 破な . Altri prodotti si aggunsero all'elenco degli assenti: 0h0 , zucchero, riSO, detersivi e persino la lebre acquavite di Elqui, con cui gli umili turisti si svagavano nelle notti al camping. Su quel propizio terreno si fece avanti il deputatO Labbé con la sua vociferante camionetta, e convoco la popolazione della caletta ad ascoltare le sue parole. I capelli imbrillantinati alla Gardel, un sorriso simile a quello del generale Per6n, egli trovö un uditorio parzialmente ricettivo tra le mogli dei pescatori e le spose dei turisti quandO accusö il governo di essersl dimostrato incapace e di aver bloccato la produzione provocando la piü grave carestia della storia mondia- le: i poveri sovietici durante la guerra non avevano patitO la fame tantO quantO l'eroico POP010 cileno, i rachitici bimbi d'Etiopia erano robusti virgulti a pa- 82